Qualche difficoltà ad arrivare, l’ultimo tratto di strada non molto agevole, ma un mulino non è certo in un posto facilmente raggiungibile. Invece sorpresa, terminati quei pochi metri di difficoltà ci si presenta un gruppo di abitazioni molto belle. Ristrutturate e illuminate perfettamente con molto gusto, professionalità e amore per la storia di quel mulino.
Siamo saliti ed entrati in una sala del primo piano, il soffitto con una travatura in legno molto antica e con un arredamento della sala pranzo sobrio ma molto curato. Un ambiente caldo ed accogliente, all’offerta del gestore di un assaggio di vino bianco ha dato a noi primi arrivati ( Giovanni Dosi, Liano Gia ,Giancarlo Bergamaschi, Riccardo Boggi, Roberto Benelli) l’opportunità di assaggiare (si fa per dire) il vino molto buono prodotto nella cantina del ” Mulino la Serra”.
Arrivati tutti i commensali in tutto 22, la campana del Presidente Andrea Baldini ha segnato l’inizio ufficiale della serata. Dopo il saluto il Presidente ha percorso la storia del mulino, ha parlato dei recedenti proprietari ed ha giustamente elogiato l’attuale per il lavoro svolto sia sulla costruzione sia sulla ripresa produttiva dei vigneti.
Al termine della cena molto gradita il Prof, PAOLO LAPI ha tenuto una relazione sul tema i “I Corpi Santi della Lunigiana”.
I Corpi Santi sono delle reliquie che nel XVII e XVIII secolo venivano prelevate dalle catacombe e dopo averle messe in sarcofaghi più o meno sontuosi, venivano portate agli onori e venerati sugli altari della maggior parte delle chiese cristiane.
In Lunigiana, tra le molte, si venerano le reliquie di S.Caprasio in Aulla, di S.Gervasio a Virgoletta, di S. Giusto e S. Marco nel Santuario della SS.Annunziata e di molti altri Santi nelle Chiese specialmente lungo la via Francigena. Un corpo Santo si venera a Pontremoli, nel 1732 il Canonico Luc’Antonio Dosi (parente del nostro socio Giovanni) fece arrivare un corpo Santo col nome di Celestino. Fu depositato nella canonica di S. Pietro fino alla terminata preparazione dell’urna da parte dei canonici, urna che fu poi collocata nella Chiesa di S. Maria (il Duomo attuale) sotto l’altare di S. Rosa.
L’attenzione alle parole del prof. Lapi termina alle 23,30 circa, ognuno dei presenti ha fatto ritorno alla propria abitazione con un dubbio : ma tutte quelle ossa e teschi sono da venerare o no , mah….
Per quanto mi riguarda ho sperato di non avere degli incubi durante la notte e anche di non essere messo tra qualche migliaio di anni in una di quelle teche.