Comunicazioni Aprile 2022

AR 2021/2022                                                               Newsletter n. 37

  • Ruota libera: Chesley Perry, chi era costui?

 

Qualunque rotariano iscritto, aspirante simpatizzante in attesa di diventare praticante conosce (o dovrebbe conoscere) Paul Harris, l’intrepido e lungimirante avvocato di Chicago, fondatore del Rotary. A lui è intitolata la massima onorificenza rotariana.

Pochi rotariani iscritti, aspiranti simpatizzanti in attesa di diventare praticanti conoscono Chesley Perry.

Colmiamo il vuoto togliendoci qualche senso di colpa e gli dedichiamo un po’ di spazio sulla nostra Ruota Libera, scusandoci se un vago sentore di naftalina uscirà dai vostri display: inevitabile quando si vogliono aprire i vecchi bauli in soffitta.

Fatto il Rotary, bisognava fare i rotariani e a questo punto l’importanza di Perry fu fondamentale per la diffusione del Rotary nel mondo: un’importanza il cui ricordo si è molto affievolito nel tempo.

Chesley Reynolds Perry era un imprenditore affermato con grandi capacità organizzative, un uomo pragmatico dal carattere freddo, schivo e spesso un po’ scostante, che mai si sarebbe pensato potesse essere conquistato dagli ideali del programma rotariano.

Ma l’incontro con Paul Harris segnò radicalmente la sua vita e d’allora egli dedicò praticamente il resto dei suoi giorni al Rotary (la storia ha illustri precedenti sulla via di Damasco…).

Il suo ingresso nel Club di Chicago era coinciso con un momento particolarmente difficile, quando Harris era scoraggiato perché la maggior parte dei soci erano scettici riguardo al suo sogno di diffondere il Rotary nel mondo. Per ben tre anni non era riuscito a fondare altri club. “Ma – scrive Paul Harris nella sua autobiografia – dopo tre anni arrivo l’uomo che più di ogni altro lavorò per la realizzazione del sogno, non dovetti più combattere la mia battaglia da solo, Ches fu d’allora sempre al mio fianco”.

Come si dice: l’architetto aveva trovato il costruttore.

Va detto che in verità il primo incontro di Perry con il Rotary, nel 1908, non era stato positivo, tanto che n’era uscito l’anno dopo perché non soddisfatto dalla prima impostazione che vi aveva dato Paul Harris. Capita anche nelle migliori famiglie e poi vale sempre il detto che chi disprezza compera…

Apportate le dovute modifiche statutarie, che avrebbero poi favorito la diffusione del Rotary a livello internazionale, Perry rientrò nel Club l’anno dopo e per ben trentadue

anni ricopri la carica di Segretario Generale dedicando tutto il proprio talento organizzativo e il suo tenace attivismo allo sviluppo del Rotary. A dimostrazione della sua inesauribile capacità operativa basti citare il fatto che nel suo primo anno di attività svolse 2.500 incontri personali e scrisse ben 6.000 lettere.

In più ricopri contemporaneamente il ruolo di caporedattore e manager della rivista The Rotarian dal 1911 al 1928 e aprì il primo ufficio internazionale del Rotary in Svizzera, a Zurigo, nel febbraio 1925.

Ma il suo principale impegno fu l’espansione del sodalizio nel mondo.

Già nel 1912 era uscito dagli Stati Uniti, entrando in Canada con il Club di Winnipeg, nel 1916 aveva varcato per la prima volta il mare con il Club di Cuba, fino ad attraversare l’oceano conquistando l’Europa.

Se all’inizio del suo mandato i club erano soltanto cinque, erano più di 5.000 nel mondo nel 1942, quando lasciò il suo impegno.

Tanto più preziosa fu l’opera di Perry, in quanto nella seconda parte della sua vita Paul Harris ebbe gravi problemi di salute. Un infarto nel 1929 gli impose lunghi periodi di riposo, estraniandolo dalla maggior parte delle manifestazioni rotariane e riducendo notevolmente la sua attività per l’espansione del sodalizio.

Se questa non fu rallentata fu proprio grazie all’onnipresenza di Perry che, pur mettendo sempre il suo capo in prima fila, lo sostituiva con l’inesauribile potenziale delle sue capacità organizzative, dirigendo dietro le quinte, per usare la felice espressione di D.C. Forward in A century of service.

Fu dunque Perry il principale artefice dello straordinario sviluppo del Rotary anche se a Paul Harris spetta il ruolo di fondatore e ispiratore dei suoi ideali.

Se quindi va ridimensionata l’azione di Paul Harris nel trionfo del Rotary nel mondo, è giusto mettere in risalto fra le sue eccezionali qualità umane anche la grande onestà con cui il fondatore riconosce al costruttore il merito di essere stato il principale artefice del grandioso edificio, senza il quale forse oggi il Rotary non esisterebbe.

(ringraziamo Rita Pizzagalli e la rivista Rotary marzo 2022)