Comunicazioni Giugno 2021

AR 2020/2021                                                                            Newsletter n. 24

    • Quando le Statue Stele ci aspettano
    Statua Stele di Campoli

    Le statue stele si fanno trovare. La frase attribuita al compianto prof. Germano Cavalli è stata il leit-motif, il fil-rouge che sabato 19 giugno ha accompagnato l’entrata in società dei sei reperti più recenti del Museo delle Statue Stele del Piagnaro di Pontremoli: tre teste (Monte Galletto, Caprio e Levanto), una stele intera (Campoli), un doccione settecentesco rinvenuto sotto le mura del Castello, e un singolare “fación” di datazione incerta rinvenuto nelle valli di Zeri e Donato dal direttore Ghiretti al Museo.

    Sei reperti, sei storie diverse, raccontate con magnetico appeal da chi continua a studiare con approfondita passione il fenomeno megalitico e la storia di questi nostri antenati, come Angelo Ghiretti, vero genius-loci della manifestazione. Prima di lui le preveggenti intuizioni di Germano Cavalli, di Augusto Cesare Ambrosi, di Ubaldo e Romolo Formentini. Proprio seguendo le tesi di questi ultimi, Ghiretti si è particolarmente soffermato nella descrizione delle statue del gruppo B quelle, per intenderci, che fino a ieri erano indicate  con la testa a forma di cappello di carabiniere, ma che adesso – a detta dello studioso – possiamo con buona approssimazione indicare come un pugnale antropomorfo piantato nel terreno, la cui testa rappresenti l’elsa: una parte nel terreno e l’altra fuori. Senza la bocca, perché si pensava che così l’ anima dell’ antenato rimanesse dentro e permettesse di continuare a comunicare. Una sorta di stargate tra il mondo dei morti e quello dei vivi. Il Must di Pontremoli non vuole essere soltanto “la casa” delle Statue Stele, ma un laboratorio di attività soprattutto di scavo, di studio e di divulgazione culturale: oltre agli scavi in corso a Pontevecchio, Ghiretti ha sottolineato che il ritrovamento di Monte Galletto non può essere un caso isolato e, come a Groppoli e a Mulazzo, ci dovrebbero essere allineamenti di altre statue che necessitano una campagna di scavo. Notevole poi il ritrovamento di Levanto, che segna il limite occidentale della Lunigiana storica, così come la Monte Galletto ne segna il limite nord quanto a ritrovamenti.

    Testa di Caprio

    Particolari ringraziamenti sono stati rivolti al RC Lunigiana Pontremoli per l’impegno da sempre concretamente mostrato nella conservazione e nella valorizzazione delle statue con l’obiettivo di sottrarle al degrado del tempo e di accasarle definitivamente al Museo, come la stele di Campoli murata all’aperto davanti alla chiesa del paese e alla testa di Caprio rinvenuta nel muro di una casa privata e generosamente donata dai proprietari, i coniugi Dueblin di Basilea. Altre sono ancora in attesa di cura e attenzione.

    Al “battesimo ” dei preziosi reperti assieme al direttore del Museo Angelo Ghiretti erano presenti i sindaci di Pontremoli e di Filattiera Lucia Baracchini e Annalisa Folloni, il presidente del Rotary Club Roberto Benelli, il presidente dell’ Accademia Cappellini Giuseppe Benelli con l’avvocato Andrea Baldini e Rossana Cavalli figlia di Germano, compianto presidente della “Manfredo Giuliani”, oltre a tanti cultori di storia locale.